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Strage alla Sanità: i feriti sono usciti dall’ospedale. Parla il capo della Squadra Mobile di Napoli

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combo agguato alla sanità con antonio vastarella

Sono stati dimessi dall’ospedale Cardarelli di Napoli i tre feriti dell’agguato di ieri sera al Rione Sanità. Agli investigatori che li hanno ascoltati hanno fornito la ricostruzione di quanto accaduto. Ma ognuno di loro, al momento della sparatoria, ha pensato soprattutto – secondo quanto riferito – a porsi al riparo per evitare conseguenze peggiori. Si tratta di Dario Vastarella, 33 anni, che ha riportato una ferita al piede destro, Antonio Vastarella, 25 anni, al braccio destro, mentre Alessandro Ciotola, 22 anni, è stato ferito alla coscia, al gluteo e alla mano sinistra. Intanto la Polizia di Stato prosegue le indagini per ricostruire la dinamica della sparatoria e il contesto nel quale è avvenuto. Il raid appare come un eclatante attacco al clan camorristico Vastarella, attivo in particolare di via Fontanelle, la strada nella quale si trova il circolo “Maria Santissima all’Arco”. E’ qui che il killer ha sorpreso le vittime. Salvatore Vigna è morto sul posto, mentre Giuseppe Vastarella è stato trasportato da un’auto privata all’ospedale Vecchio Pellegrini, dove però è giunto senza vita.  Perquisizioni in abitazioni di pregiudicati, posti di blocco e persone ascoltate: per tutta la notte sono continuate le indagini della Polizia dopo il raid di camorra di ieri sera.La rapidità dell’azione e la ‘precisione’ chirurgica dei killer fa capire che i mandanti avevano deciso di mettere in ginocchio la cosca dei Vastarella. Le indagini sul duplice omicidio del rione Sanità a Napoli partono da tre certezze. La prima: il reale obiettivo del raid era Giuseppe Vastarella, pluripregiudicato di 41 anni, fratello dei boss Raffaele e Patrizio, attuali reggente dell’omonimo clan. La seconda: i killer, quattro su due scooter di grossa cilindrata, non erano del quartiere ma venivano da ‘fuori’. La terza: una cosca della zona ha dato appoggio logistico ai sicari ed ha fatto la cosiddetta ‘filata’ segnalando la presenza del gruppo di uomini all’interno del circolo al civico 139 di via Fontanelle. Nel raid sono stati esplosi almeno venti colpi e usate diverse armi, una delle quali non ha lasciato a terra bossoli. I sicari hanno mirato a Giuseppe Vastarella, colui il quale, secondo la Dda di Napoli che sta seguendo l’indagine con un pool di tre magistrati, era ritenuto uno dei reggenti del gruppo criminale che gestiva le ‘piazze’ dello spaccio, gia’ protagonista nel settembre del 2014 di una scorribanda armata al rione Sanita’, voluta proprio per impadronirsi del quartiere a scapito dei Sequino legati ai Buonerna-Mazzarella di Forcella, agli Spina-Esposito, legati ai Lo Russo, e ai Savarese, ex Misso e del tutto autonomi. una frammentazione che ha visto prevalere i Vastarella, ma questa nuova ‘forza’ avrebbe dato ‘fastidio’ ad un gruppo di emergenti di Miano, zona della periferia nord di Napoli, gia’ protagonisti di diversi agguati negli ultimi mesi al rione Don Guanella, che con l’appoggio di un gruppo del quartiere, avrebbe spazzato via in un sol colpo l’intera cosca che ha anche amicizie forti e accordi con i Licciardi di Secondigliano. Questo perche’ oltre a Giuseppe ha perso la vita anche suo cognato Salvatore Vigna, e sono rimasti feriti Dario, nipote di Giuseppe; Antonio, figlio di Luigi e nipote anch’egli della vittima, e Alessandro Ciotola, ritenuto contiguo alla cosca.  Un raid pianificato, eclatante ma portato a termine con una precisione chirurgica. Un solo sicario, armato di una calibro 9, ed un complice ad attenderlo su uno scooter davanti al circolo ricreativo di via Fontanelle, al Rione Sanità, frequentato dagli uomini del clan Vastarella. Il tutto davanti a bambini che acquistavano granite da un vicino ambulante, in una strada affollata. L’obbiettivo era proprio il clan Vastarella, poco più di una banda di quartiere, al quale è stato mandato un segnale inequivocabile dalle nuove leve della camorra che tentano di farsi largo tra i vecchi clan egemoni decimati dagli arresti, come i Lo Russo, oppure in via di ritiro dopo anni di attività e dopo aver reinvestito i proventi delle attività criminali. “Non abbiamo elementi per pensare a scenari differenti di quelli in atto in altri quartieri della città – dice all’ANSA il Capo della Squadra Mobile di NAPOLI, Fausto Lamparelli – anche qui, come a Forcella, nuove bande cercano spazio, ma non si può parlare di un salto di qualità nella strategia dei clan”. Giuseppe Vastarella, 42 anni, ed il cognato Salvatore Vigna, 41, erano due elementi di rilievo nelle gerarchie criminali del clan. Gli investigatori non hanno dubbi sul fatto che fossero i bersagli designati del raid del 22 aprile. Il sicario entrato in azione in via Fontanelle, a poca distanza dal celebre cimitero della NAPOLI greca, indossava un casco integrale. I tre feriti nell’agguato, nessuno dei quali in gravi condizioni, ricoverati al “Cardarelli”, hanno fornito pochi elementi utili agli investigatori ed hanno affermato di aver pensato solo a cercare riparo durante la sparatoria. Il raid di ieri è peraltro arrivato dopo che la settimana scorsa la Polizia aveva assestato un duro colpo ad un altro clan attivo nel centro storico di NAPOLI, arrestando il 15 aprile il boss Carlo Lo Russo. La cosca omonima aveva dimostrato negli ultimi tempi di essere sempre più forte. Nella notte la Squadra Mobile ha eseguito perquisizioni ed ascoltato testimoni dell’agguato. “E’ ancora presto, però – dice Lamparelli – per formulare ipotesi sui mandanti dell’agguato”.

(nella foto il luogo dell’agguato, nel riquadro uno dei feriti, Antonio Vastarella)


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