Pochi giorni prima di essere ammazzato insieme con i figlio Filippo, Giuseppe Esposito, il meccanico di Marano si era confidato con un amico. sapeva che il figlio Emanuele l’aveva fatta grossa. Aveva in cattivo presagio. temeva per la vita del figlio ma non si aspettava che la morte lo colpisse insieme all’altro figlio. “Temo per la vita dei miei figli, ma soprattutto per Emanuele: ho paura che possa accadere qualcosa di grave da un momento all’altro»”, gli aveva detto . “Me lo sento: prima poi arriverà qualche brutta notizia. Spero solo di riuscire a evitare qualche guaio agli altri due ragazzi che lavorano con me”. E invece non ci è riuscito. Lui e il figlio Filippo sono morti nell’agguato di sabato mentre Emanuele è stato fermato questa notte perché ritenuto dagli investigatori il killer solitario che la sera del 22 aprile scorso fece irruzione nel circolo “Maria Santissima dell’Arco” alla Sanità uccidendo Giuseppe Vastarella, il cognato Salvatore Vigna e ferendo Dario Vastarella, Antonio Vastarella e Alessandro Ciotola.
(nella foto Giuseppe Esposito)