I Carabinieri del Gruppo T.S. di Napoli, del NAS partenopeo e di Cosenza, coadiuvati in fase esecutiva da militari della Stazione Carabinieri di Praia a Mare (CS), nell’ambito di articolata e complessa attivita’ investigativa condotta nei settori di competenza istituzionale, hanno rintracciato e tratto in arresto il catturando Silenzio Leandro, nato a Napoli il 22 settembre 1986, residente in San Giovanni a Teduccio (NA), pregiudicato, affiliato al clan “Formicola”, egemone nell’area orientale di Napoli e contrapposta alla organizzazione camorristica denominata “Mazzarella-D’Amico”. Il Silenzio si era reso irreperibile all’ordine di esecuzione per la carcerazione emesso in data 17 maggio 2016 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Napoli – Ufficio Esecuzioni Penali, che ne disponeva la carcerazione per l’espiazione della pena residua di anni 5 (cinque) mesi 4 (quattro) e giorni 6 (sei) di reclusione, in quanto riconosciuto colpevole di minaccia, aggravata dal metodo mafioso, e detenzione illegale di armi e munizioni, entrambe dirette ad agevolare le attivita’ dell’associazione mafiosa in quanto il prevenuto, in concorso con altri, avrebbe attentato alla vita di esponente apicale dell’organizzazione criminale contrapposta. Il predetto, allontanatosi dalla citta’, si era recentemente stabilito nel Comune di Tortora (CS), in una casa locata da un parente, al fine di sfuggire alla cattura. Sono in corso le indagini finalizzate all’individuazione di eventuali fiancheggiatori che avevano consentito o comunque agevolato la irreperibilita’ del Silenzio Leandro. L’arrestato, dopo le formalita’ di rito, e’ stato tradotto presso la casa circondariale di Paola (CS).Uno alla volta si sono consegnati o sono stati arrestati tutti e quattro gli esponenti del clan Formicola di San Giovanni a Teduccio condannati in Cassazione nei giorni scorsi per il tentato omicidio di Alfonso D’Amico, avvenuto nel 2013. Dopo Gaetano Formicola “’o chiatto”, il 21enne figlio del capoclan Antonio, consegnatosi in carcere a Spoleto, è toccato a Salvatore Silenzio presentarsi ai poliziotti della Squadra Mobile. Ora all’appello non manca più nessuno. La sentenza per il tentato omicidio di Alfonso D’Amico, esponente del gruppo dei “Gennarella” di via Nuova Villa alleato con i Mazzarella, è diventata definitiva dopo che la Cassazione ha confermato le condanne e sono scattati i provvedimenti restrittivi. La sparatoria avvenne il 21 marzo 2013. In via Nuova Villa erano presenti, in strada, il 47enne Alfonso D’Amico e alcune donne, tra cui la zia, che poi fu decisiva nelle indagini della polizia per identificare i sicari. Il commando arrivò in sella a due moto Transalp e sparò a raffica contro D’Amico, il quale però, rimase illeso. La spedizione punitiva dei Formicola scattò perchè poco prima il nipote di Alfonso D’Amico aveva litigato, mentre era con un amico, in corso SanGiovanni, con due persone che li avevano anche picchiati.
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