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L’agguato a Walter Mallo: un segnale forte dalla Sanità e da Secondigliano

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La risposta non è fatta attendere: è arrivata subito e anche questa è forte. Il bersaglio colpito, anche se non gravemente, è quello grosso. Walter Mallo è considerato il boss emergente della camorra dell’area Nord di Napoli. E il fatto che nonostante la tensione di questi giorni andasse di notte in giro significa che si sentiva padrone del territorio. E invece gli investigatori ritengono che il gruppo dei “rampanti” di Miano ora corre seri pericoli perché ha alzato troppo la testa e soprattutto ha calpestato i piedi ai Vastarella con la Strage delle Fontanelle che sono storicamente legati all’Alleanza di Secondigliano e soprattutto al potente clan Licciardi della Masseria Cardone. E il ferimento di Mallo di questa notte potrebbe proprio venire da quella direzione. Troppe “manifestazioni” di violenza hanno infastidito parecchi i vecchi boss della camorra napoletana. Il giovane che sul proprio profilo facebook scrive “Solo quando mi vedi per strada riconoscerai la mia personalità” e posta le foto di Totò Riina e di Jhon Gotti padrino della Mafia americana, è entrato nel mirino di molti clan dopo la strage delle Fontanelle. Suo zio Giovanni, padre del cugino omonimo arrestato due anni fa a Lago Patria e di recente tornato libero, fu ucciso in maniera cruenta il 23 febbraio del 1998. Il suo corpo fu fatto trovare a seguito di una telefonata anonima all’interno di una Fiat Uno. Giovanni Mallo aveva 42 anni ed era considerato uno dei fedelissimi del re del contrabbando Costantino Sarno . Fu torturato, picchiato e bastonato e, poi, con un plaid addosso, messo nel portabagagli dell’auto e ucciso. I Mallo poi nel corso degli anni grazie ai favori del giovane Walter ai Licciardi e ai Lo Russo si erano insediati anche nella zona della Sanità gestendo una piazza di spaccio insieme agli Esposito e ai Spina. ma con l’omicidio di Pierino Esposito e del figlio Giuseppe sono entrati in contrasto con i Lo Russo e sono stati cacciati dalla Sanità anche con il ritorno dei Vastarella e dei Tolomelli. Ma nel corso degli ultimi mesi approfittando del vuoto che si stava creando soprattutto a Miano e alla don Guanella hanno iniziato con una serie di “stese” a manifestare la loro forza culminata con la strage delle Fontanelle. Avevano anche approfittato degli arresti di Carlo Lo Russo, della moglie dei tre fedelissimi coninvolti nell’omicidio di Pasquale Izzi, del pentimento anche dell’altro fratello Mario dopo quello di Salvatore, dell’arresto di Roberto Manganiello, reggente dei Marino delle Case Celesti. E dopo la cattura di domenica di Antonio Nicolao reggente del clan Licciardi a Secondigliano, i Mallo si sentivano i veri padroni dell’area Nord. Ma l’agguato di questa notte a Capodimonte ha un significato ben diverso.


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