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Agguato a Giannelli junior: la tregua è finita. Frizioni anche a Fuorigrotta

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omicidio a bagnoli

 Il ferimento del figlio ancora minorenne del boss emergente della zona flegrea Alessandro Giannelli avvenuto domenica sera è la testimonianza  che la tregua tra i clan è già finita. Da un lato c’è la nuova alleanza tra i Sorianiello-Lago-Romano-Giannelli; dall’altro i Vigilia, che avrebbero stretto un accordo con i ras del rione Traiano e i Pesce-Marfella di Pianura. La guerra tra i due gruppi è iniziata a novembre con il ferimento di Salvatore  Romano, fino all’omicidio di Giuseppe Perna detto “Viglione” avvenuto nel pomeriggio del 5 marzo scorso nei pressi di un pub in via Cannavino. Un omicidio eccellente in quanto Perna era considerato il reggente dei Pesce-Marfella tanto che la sua esecuzione fu “salutata” anche dall’esplosione di fuochi d’artificio da parte degli avversari. ma prima ancora la nuova alleanza aveva subìto un clamoroso affronto la notte del primo febbraio quando in via Cavalleggeri d’Aosta fu prima fatta scoppiare una bomba carta e poi con delle bottiglie molotov fu fatta incendiare la saracinesche del bar del padre del boss, all’epoca ancora latitante, Alessandro Giannelli. Sarebbe lo stesso bar davanti al quale il figlio di Giannelli ha raccontato agli investigatori di aver subito l’agguato l’altra sera. Due ore dopo l’attentato al bar ben sedici colpi di kalashnikov furono esplosi contro il palazzo di via Cavalleggeri d’Aosta al civico 3; contro il portone e contro un centro estetico, gestito da una donna incensurata ed estranea a vicende di malavita, ma imparentata con un esponente di una famiglia in passato entrata in contrasto con i Giannelli. Il 5 febbraio c’è l’omicidio di Pasquale Zito avvenuto a pochi passai dalla sua abitazione tra via Maiuri e via Morandi. Anche questo omicidio viene imputato al gruppo Giannelli. Poi ci sono state una serie di “stese” e il conflitto a fuoco del 20 marzo scorso prima tra i componenti dei due clan e  poi con la polizia in via  Giorgio dei Gracchi, conclusosi con l’arresto per detenzione in concorso di armi da fuoco di Nunzio Spina, 51 anni ex pentito di Forcella residente ad Afragola e ritenuto legato ai nuovi boss di Pianura, l’alleanza Romano- Lago-Sorianiello-Giannelli. E poi ancora l’agguato fallito due giorni dopo contro il ras  di Pianura, Vincenzo Foglia e il figlio Alfredo sfuggiti ad un agguato mortale nei pressi di un circolo ricreativo in via Duca d’Aosta. Ma frizioni e nuove alleanze ci sono anche nel quartiere di Fuorigrotta diviso in tre zone. Il gruppo dei Zazo, storicamente forti nella parte vicina alla grotta. Poi ci sono gli Iadonisi, che controllerebbero la zona antica e infine i Bianco-Baratto, che agirebbero nella parte di via Giacomo Leopardi e via Cumana. Divisioni territoriali che si reggono sul filo del rasoio visto che i “Cesi-Baratto” , secondo la Dda di Napoli sono quelli che in questi momento sembrano più “aggressivi” degli altri.

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