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Villa Literno: è indagato per eccesso colposo di legittima difesa il meccanico che ha sparato e ucciso il ladro

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casa villa literno

E’ indagato per eccesso colposo di legittima difesa il meccanico di mezzi industriali, Carlo Diana, di 54 anni, che la scorsa notte, a Villa Literno, nel Casertano, ha ucciso, sparandogli, un ladro albanese, di 37 anni, che stava per rubargli l’auto. Lo si apprende da fonti investigative. Determinante, per la definizione del capo di imputazione, sarà comunque l’esito degli esami balistici e dell’autopsia che potrebbe anche spingere la competente Procura della Repubblica di Napoli Nord a cambiare titolo di reato.  Si è svegliato in piena notte con i ladri in casa che poi hanno tentato di rubargli l’auto e non ha esitato a far fuoco contro uno dei banditi, un albanese, che poco dopo è morto per le ferite riportate. E’ avvenuto a Villa Literno, nel Casertano. L’episodio è avvenuto in piena ‘Terra dei Fuochi’ zona degradata anche dal punto di visita sociale in cui si registra una massiccia presenza di immigrati. Molti sono lavoratori sfruttati, altri, invece, sono dediti ad affari criminali. Si tratta dell’ennesimo caso di cronaca al confine tra la difesa da un’aggressione in casa e il rispetto della vita umana. La vicenda ha scatenato la reazione del leader della Lega Nord Matteo Salvini: “Mi spiace per il morto, ma fino a un certo punto…Ora che non indaghino l’aggredito! La difesa è sempre legittima, anche se Renzi non è d’accordo. Mi date una mano a cambiare la legge?” ha scritto su facebook il leader della Lega. Contrariamente agli auspici di Salvini, colui che ha fatto fuoco – Carlo Diana, di 54 anni, meccanico di veicoli pesanti e industriali – è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord per il reato di eccesso colposo di legittima difesa. La vittima, un albanese di circa 37 anni, scaricato già morto dai complici davanti all’ingresso dell’ospedale di Aversa, non aveva documenti ed è stato identificato dalle impronte digitali. Era già noto alle forze dell’ordine, infatti, per numerosi reati contro il patrimonio. I complici, tuttora ricercati, hanno poi bruciato la loro auto, una Bmw, lasciandola nelle campagne di Gricignano d’Aversa. Intanto è choc in paese: i vicini descrivono Diana come un grande lavoratore ma soprattutto un uomo generoso e gentile; e tutti gli hanno espresso il pieno sostegno. “Negli ultimi tempi – dice un vicino del meccanico – in questa strada sono stati commessi numerosi furti in abitazione, e quasi sempre i ladri sono stranieri. Siamo stanchi di questa situazione”. Ancora più esplicita Tina Diana, moglie del meccanico; i due hanno tre figli, due donne maggiorenni e un terzo figlio di 16 anni. “Non è bello sparare a una persona – dice la donna – ma è l’ottava volta che vengono a rubare. Se questi banditi ci avessero detto che avevano bisogno di soldi li avremmo aiutati”. Il dramma si è consumato intorno alle 3.30. “E’ stata mia figlia, rincasata da una festa – ha raccontato la moglie del meccanico – ad avvertirci della presenza dei ladri; ha notato che dal cancello di casa stava uscendo l’auto del padre; ha capito che era un furto e con il cellulare ci ha avvisato”. La famiglia, che stava dormendo, non si è accorta della presenza dei ladri in casa: “hanno rovistato nella stanza di mio figlio, – racconta ancora la donna – si sono impossessati da un portafoglio di mille euro in contanti, delle chiavi della macchina e del telecomando del cancello automatico. Mio marito ha così preso la pistola (una calibro 7,65 legalmente detenuta, ndr), e ha fatto fuoco dal balcone verso la sua auto, dove c’era uno dei banditi; era armato di pistola, è uscito, ha chiesto ‘perché mi spari?’, quindi si è rifugiato nella vettura dei complici, una Bmw bianca, che poi si è data alla fuga. L’auto di mio marito è rimasta ferma in mezzo al cancello. Al bandito avrei voluto chiedere a sua volta: e tu perché vieni a casa nostra mentre dormiamo a prendere la nostra roba?”, conclude la donna.


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