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Channel: Cronache della Campania
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Rapinano a Napoli un Tir di pesce surgelato per 200mila euro. Bloccati a Sarno i 4 banditi: sono di San Giuseppe, Torre Annunziata e Somma Vesuviana

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Avevano rapinato un Tir di pesce congelato per un valore di 200 mila euro di una ditta di Napoli e dopo aver sequestrato l’autista rilasciato poi a Terzigno avevano trasportato la merce a Sarno. Ma li sono stati bloccati dalla polizia stradale e dai vigili urbani di Angri distaccati presso la sezione Pg della Procura di Nocera Inferiore. In manette sono fini in quattro. Si tratta di Ferdinando Milone 64 anni di San Giuseppe Vesuviano, Gennaro Immobile , 43 anni di Torre Annunziata, Giovanni Tufano,52 anni e  Gennaro Tufano di 54 anni entrambi di Somma Vesuviana. So accusati di rapina aggravata e sequestro di persona. La banda aveva rapinato il Tir  lungo la superstrada che da via Argine a Napoli porta ai comuni Vesuviani. Il mezzo era scomparso dai sistemi di controllo satellitare della società per qualche ora per poi ritornare visibile nei pressi di Sarno. Avvertita la centrale operativa della polizia stradale è scattata la trappola nei confronti dei quattro che avevano lasciato il mezzo in un terreno nel comune di Sarno dove stavano cercando di caricare la refurtiva. Hanno anche cercato di fuggire ma sono stati tutti bloccati. La polizia ha sequestrato i mezzi utilizzati per compiere la rapina e un trolley contenente una apparecchiatura elettronica tipo “jammer” per manomettere il Tir.

 

(nella foto vicino al tir rubato uno dei quattro banditi subito dopo l’arresto)

 


Melito, i carabinieri sventano un agguato da parte degli scissionisti: fermati in 3 armati. Era la risposta al ferimento di Caiazza?

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I carabinieri hanno sventato un possibile agguato a Melito da parte di un commando di affiliati agli scissionisti degli Amato-Pagano. I tre sono stati bloccati in una Lancia Ypsilon in via Cicerone nei pressi del parco X e addosso a uno dei tre è stata trovata una pistola semiautomatica calibro 9 con matricola abrasa sulla cui canna era stata apportata modifica per l’applicazione di silenziatore. Si tratta di Leopoldo Marino, 33 anni, Raffaele Iacopo, 22 anni, e Fabio Lanzetti, 32 anni, tutti di Scampia e ritenuti contigui al clan Notturno-Abete-Abbinante”. I tre che sono stati fermati dai carabinieri della compagnia di Giugliano probabilmente stavano per compiere un’azione delittuosa e non si esclude che avrebbe dovuto essere una risposta all’agguato avvenuto stanotte lungo l’asse mediano nel comune di Afragola. Nella sparatoria sono rimasti feriti  Pietro Caiazza, 55 anni e sua moglie Silvana (50 anni). I due risultano residenti nel rione Salicelle ad Afragola, a pochissimi passi dal luogo dove si è consumato l’agguato. Caiazza però è ritenuto dagli inquirenti vicino agli Amato-Pagano, in ragione anche delle parentele pesanti con uomini degli Scissionisti. la coppia stava rincasando quando la Mercedes guidata da Caiazza è stata avvicainata da una moto dalla quale sono partiti una decina di colpi di pistola che lo hanno ferito all’addome e al braccio. Al braccio ed alla pancia è stata invece colpita la moglie che dopo essere stata medicata in ospedale è stata successivamente dimessa. Al Cardarelli è invece tuttora ricoverato Caiazza che non è però in pericolo di vita.

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Giugliano, piantagione di marjiuana “indoor” scoperta dalla Finanza: due arresti

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Una piantagione di marijuana, allestita all’interno di una villetta, è stata sequestrata dai finanzieri del Comando provinciale di Napoli a Giugliano in Campania. Due le persone arrestate: un 26enne e un 28enne. Circa 70 le piante sequestrate dalle Fiamme Gialle di Pozzuoli, alcune delle quali alte oltre un metro. Nell’abitazione era stato installato un impianto di illuminazione, aerazione e ventilazione continua, impiegando 57 dispositivi tra ventilatori, lampade e deumidificatori, indispensabili per la coltivazione “indoor” della canapa indiana. Sequestrato l’immobile di circa mille metri quadrati, tutti i dispositivi installati, un chilogrammo di droga raccolta e pronta per l’essiccazione e 20 chili di fertilizzanti oltre a svariati appunti e manoscritti illustrativi delle tecniche di coltivazione delle piante nelle varie fasi del ciclo vitale.

Napoletano arrestato a Pistoia: rubava dalla cassetta delle offerte in chiesa

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Arrestato mentre tenta di rubare le offerte da una chiesa. I carabinieri della stazione di Lamporecchio (Pistoia) nel tardo pomeriggio di ieri sono intervenuti nella chiesa di Santo Stefano, in via Vitoni, su richiesta del parroco che, dalla canonica, mediante il monitor dell’impianto di videosorveglianza, aveva notato la presenza di un individuo che stava armeggiando nella zona delle cassette delle offerte. I militari hanno sorpreso un uomo 45enne, residente in provincia di Napoli ma di fatto senza fissa dimora, con alle spalle una nutrita serie di vicissitudini di carattere penale avvenute sia nella regione d’origine che in Toscana, che, ignaro del fatto che le sue mosse erano state notate sebbene nella chiesa non vi fosse nessuno, non ha opposto resistenza. Al momento dell’intervento l’uomo era riuscito a prelevare solo alcune monete e banconote, utilizzando un metro flessibile dotato all’estremità di un nastro biadesivo, che poteva essere agevolmente introdotto nella fessura posta nella parte superiore della cassetta delle offerte. Arrestato per furto aggravato è stato trasferito nelle camere di sicurezza della compagnia di Montecatini terme, in attesa della direttissima prevista per oggi.

Arrestato a Cesa nel Casertano il narcos Franzese: aveva oltre un chilo di coca e 400mila euro in contanti

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Blitz antidroga della Polizia di Stato, che a Cesa, nel Casertano, ha arrestato il 33enne Gino Franzese, ritenuto una figura di primo piano nel narcotraffico, insieme alla compagna, sequestrando oltre 400mila euro in contanti e 1,2 kg di cocaina. L’operazione, coordinata dalla Dda di Napoli e condotta dalla Squadra Mobile di Caserta, è scattata dopo che è stata individuata un’abitazione sospetta. I poliziotti hanno subito trovato un’ingente quantità di soldi, 413mila euro in contanti, divisi in banconote di diverso taglio (da 20 a 500 euro), custodite in sacchetti di plastica sottovuoto; poco dopo, in due grossi involucri, hanno rinvenuto 1,268kg di cocaina insieme ad un bilancino di precisione e materiale plastico per il confezionamento in dosi.

Giugliano: era in permesso premio dal carcere e girava armato. Arrestato pericoloso ex cutoliano di Marano

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 La squadra mobile di Napoli ha arrestato a Giugliano un pericoloso pregiudicato. Si tratta di Michele De Simone, detto Gennaro ‘o capitone, cutoliano della prima ora originario di Marano. Il pregiudicato era armato e quando ha visto i poliziotti ha cercato di nascondere l’arma, ma è stato bloccato e ammanettato. De Simone sta scontando in regime di semilibertà una condanna a 30 anni di carcere per un vecchio omicidio,  ma anche per estorsione ed associazione di tipo mafiosa.Era in permesso premio dalla casa circondariale siciliana. Cosa ci facesse alle sette del mattino in piazza Matteotti a Giugliano e anche armato dovrà ora spiegarlo ai magistrati.  I poliziotti lo avevano notato con fare sospetto in piazza, probabilmente stava aspettando qualcuno per regolare qualche conto vecchio. I poliziotti si sono avvicinati e lo hanno controllato. De Simone aveva l’arma in mano e  ha cercato di nasconderla nella cintola dei pantaloni. La sua manovra è stata notata dagli agenti che gli hanno sequestrato la pistola:una Beretta calibro 7.65 modello 98 con proiettile in canna, la stessa arma dai successivi controlli effettuati dagli agenti, è risultata essere rubata.

(nella foto Gennaro De Simone)

Giovane trans offesa e accoltellata ad Agnano

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Una giovane transessuale di 22 anni, G.U., è stata accoltellata la scorsa notte a Napoli, in via Agnano, nella zona del Parco degli Astroni: secondo quanto ha riferito la vittima agli agenti del commissariato Pianura, a sferrargli un fendente al braccio, è una persona che poco prima, con altre tre, lo stava prendendo in giro. La giovane ha reagito e uno dei quattro l’ha ferita. La vittima, con la sua auto, si è recata nell’ospedale San Paolo di Fuorigrotta dove i sanitari le hanno riscontrato e medicato una doppia ferita da punta e taglio al braccio sinistro.La transessuale è attualmente ricoverato. Sull’accaduto sono in corso indagini da parte della Polizia di Stato.

Pozzuoli, rapina una farmacia per andare alla sala giochi: arrestato Fabio Gambardella

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WCENTER 0WQBBCHKFP -  01120743 FOTO WEBSERVER - imgsciurba12011674310 - POMEZIA OPERAZIONE MATRIMONI SIMULATI DEI CARABINIERI  -     -  Luciano Sciurba

Ha rapinato la farmacia accanto alla sala giochi che frequentava assiduamente per andare a scommettere: è successo a Pozzuoli dove gli agenti del locale commissariato sono riusciti rapidamente a identificare e a sottoporre a fermo di polizia giudiziaria un giovane di 26 anni, Fabio Gambardella. Il colpo lo ha messo a segno alle 9 di ieri mattina. Armato di pistola ha costretto un dipendente della farmacia a consegnare l’incasso, circa 200 euro. Subito dopo, Gambardella, si è dato alla fuga ma è stato immediatamente identificato grazie alle immagini del sistema di videosorveglianza. Gli agenti lo hanno rintracciato nel primo pomeriggio, sempre nella cittadina flegrea, in via San Paolo. Quando ha visto i poliziotti ha tentato di scappare ma è stato preso. Addosso aveva gli stessi indumenti usati per compiere la rapina.


Pomigliano: i carabinieri scoprono una centrale dello spaccio gestito da tre donne

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Una centrale per lo spaccio di droga, interamente gestita da donne, è stato scoperta dai carabinieri in un’abitazione di Pomigliano d’Arco. I militari della compagnia di Castello di Cisterna hanno arrestato, in un appartamento, Teresa Ricciardi, 39 anni, Nicoletta Turboli, di 26 anni, e Antonietta Ischero, 44 anni, tutte già note alle forze dell’ordine. Sono ora accusate di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In quell’appartamento, le tre donne, si occupavano del confezionamento e dello smercio delle sostanze stupefacenti (cocaina, hashish e marijuana). E’ stata sequestrata droga (che sarà analizzata dagli esperti dell’Arma), strumenti per la suddivisione in dosi e soldi (250 euro). Le tre donne sono ora ai domiciliari, in attesa di essere giudicate con rito direttissimo.

Scampia, blitz dei carabinieri nella zona della Vanella: trovati un mitra e numerose dosi di droga

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Controlli dei carabinieri a Napoli contro la criminalita’ e l’illegalita’ diffusa; sequestrate armi da guerra e un migliaio di dosi di ogni tipo di droga. Il servizio a ‘largo raggio’ ha interessato l’area Nord (i quartieri di Miano e Scampia) e fenomeni d’illegalita’ diffusa nel centro storico cittadino. Nel blitz in una ‘piazza di spaccio’ di Scampia, nel complesso di edilizia popolare del lotto P, area sotto l’influenza del gruppo della Vanella Grassi, sequestrate135 dosi di eroina, 14 di cocaina, 75 di crack e 24 di kobret, in vari nascondigli (in una fessura tra tetto e tubatura idrica, su un ballatoio, nelle aiuole antistanti l’insediamento popolare). Nella ‘piazza di spaccio’ nel complesso di edilizia popolare delle Case celesti, anche questa sotto l’influenza della Vanella, sequestrate 487 dosi di eroina, 317 di cocaina, 30 di crack. Trovata anche una mitraglietta semiautomatica M4 parabellum, con 29 proiettili nel caricatore, una pistola semiautomatica da guerra con 8 proiettili nel caricatore e 20 proiettili calibro 9, nascoste in un vano ascensore dietro un muretto di recente realizzazione.

Cardito, centrale dello spaccio a casa della mamma morta: arrestato 39enne

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Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Afragola, hanno arrestato un 39enne di Cardito perché ritenuto responsabile di detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio. L’uomo era da tempo sospettato di aver organizzato a Cardito una vera e propria piazza di spaccio presso l’abitazione della defunta madre. Nella tarda serata di ieri, i poliziotti hanno effettuato, alla sua presenza, una perquisizione domiciliare e all’interno di un tubolare di una tenda esterna hanno infatti trovato 10 dosi termosaldate di cocaina ed in un vaso di plastica hanno invece trovato circa 35 grammi di marijuana. La sostanza stupefacente è stata sequestrata e l’uomo arrestato.

Pompei, arrestato un 38enne: nascondeva armi in un’abitazione di famiglia a Poggiomarino

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– I finanzieri del Comando Provinciale di Napoli, sotto il coordinamento e la direzione della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’Ufficio G.i.p. del predetto Tribunale, nei confronti di un 38enne di Pompei  indagato per detenzione illecita di armi e per ricettazione. L’indagine scaturiva a seguito di una perquisizione, effettuata d’iniziativa dalla Guardia di Finanza di Scafati congiuntamente a quella di Torre Annunziata, ed eseguita presso un’abitazione disabitata di Poggiomarino, riconducibile alla persona arrestata ed a due suoi familiari. Nel corso dell’attivita’ veniva rinvenuta una cassaforte, la quale non si apriva con la chiave fornita dall’indagato. Per tale motivo si procedeva all’apertura coatta richiedendo l’intervento di un fabbro. All’interno veniva trovata una pistola Taurus, calibro 22 con matricola abrasa, il relativo munizionamento nonche’ una pistola scacciacani priva di tappo rosso. La successiva ispezione, estesa anche all’effettiva abitazione dell’indagato, consentiva ai finanzieri di trovare la vera chiave della cassaforte e di ottenere la conferma che l’arma in questione fosse effettivamente nella disponibilita’ dell’indagato. La Procura della Repubblica oplontina, a conclusione delle indagini e visti i gravi indizi di colpevolezza, avanzava apposita richiesta di misura cautelare personale nei confronti dell’indagato, accolta dall’Ufficio G.i.p. del Tribunale ed eseguita dai militari del Gruppo di Torre Annunziata.

Agguato al rione Traiano: ucciso Ivan Maietta

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Spari nella periferia occidentale di Napoli, dove in serata un uomo e’ stato ferito in maniera grave ed e’? morto poco dopo il suo ricovero in ospedale. La vittima e’ Ivan Maietta, 38enne domiciliato in via Cinthia, con precedenti per droga. Non e’ ancora chiara la dinamica di quello che sembra un agguato di stampo camorristico nel quale Maietta e’ stato raggiunto da quattro colpi di pistola all’addome in via Catone, nel rione Traiano, zona di fibrillazione dei clan. Soccorso, il ferito e’ stato caricato su un’ambulanza e trasportato al San Paolo, dove e’ stato ricoverato in codice rosso, cioe’ in gravi condizioni. Nonostante sia stato sottoposto ad intervento chirurgico, il 38enne e’ morto poco dopo. L’allarme e’ scattato in seguito a diverse segnalazioni giunte sia al 112 che al 113. Sul posto, indicato dai testimoni che hanno avvertito le due sale operative, gli investigatori hanno rinvenuto tracce ematiche ma non bossoli. Le indagini affida ai carabinieri per ora non escludono alcuna pista, anche se l’attenzione e’ negli ambienti della droga, del controllo delle piazze di spaccio attive all’interno del rione Traiano, sotto il controllo delle cosche. Ivan Maietta fu arrestato nel 2007 con altre 12 persone, componenti di alcuni gruppi familiari, proprio per il reato di spaccio.

Ventenne di Pompei muore in un incidente stradale a Terzigno

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Aveva solo 20 anni l’ennesima vittima di incidenti stradali in provincia di Napoli. Si chiamava Stefano Maurino ed era uno studente universitario di Pompei. Il giovane questa sera intorno alle 19 si trovava in località Boccia al Mauro alla periferia di Terzigno. Il giovane che proveniva da Poggiomarino ed era diretto a casa era in sella al suo scooter quando per cause ancora da accertare ha perso il controllo della moto e si è schiantata al suolo. L’impatto è stato violentissimo e il ragazzo ha perso subito conoscenza. sul posto è arrivata un’ambulanza del 118 che lo ha trasportato al vicino ospedale San Leonardo di Castellammare. Dove però il suo cuore ha cessato di battere poco dopo a cause delle numerose lesioni interne subite nell’impatto. la salma di Stefano è stata trasferita al policlinico di Napoli, dove è a disposizione del magistrato della procura di Nola, che ora potrebbe disporre l’autopsia.

NapolI: l’omicidio Maietta è la riposta dei Vigilia contro i Sorianiello per l’uccisione di Adamo

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L’omicidio di Ivan Maietta, il pusher 36enne  di Fuorigrotta legato ai Sorianiello di Soccavo è la risposta dei Vigilia all’esecuzione dell’11 maggio scorso in cui trovò la morte Stefano Adamo, 42 anni imparentato col boss detenuto Ciro Grimaldi “Settirò”. La faida dell’area flegrea e della zona Occidentale di Napoli non conosce soste. Anche però l’omicidio di ieri sera è stato preceduto da una “stesa” a Soccavo avvenuta nella notte tra domenica e lunedì in via Canonico Giovanni Scherillo. Ieri sera invece la trappola è scatta nei confronti di Ivan Maietta. Il pregiudicato era fermo in via Catone, probabilmente in attesa di qualcuno, quando da un motorino sono partiti contro di lui una decina di colpi di pistola. Quattro sono andati a segno e l’uomo, dopo il ricovero all’ospedale San Paolo è morto dopo un disperato tetativo di intervento chirurgico da parte dei medici. Ivan Maietta nel 2008 fu arrestato dai carabinieri nel corso di un’operazione che pose fine a una fiorente attività di spaccio tra Fuorigrotta, il rione Tra- iano e Pianura. Lui non era i promotori dell’organizzazione, tant’è vero che gli furono subito conces- si gli arresti domiciliari. L’indagine si avvalse di intercettazioni telefoniche e ambientali e prese il via dal finto suicidio di una donna indagata. Mettendo sotto controllo alcuni telefoni venne fuori lo spaccio.

(nella foto Ivan Maietta tratta dal profilo Facebook)


Le donne gestivano il traffico di droga sul litorale domizio: 57 arresti. Tutti i nomi. GUARDA IL VIDEO

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L’attività investigativa alla base del blitz eseguito dai carabinieri in sei province d’Italia, concluso con 39 arresti in carcere, 5 ai domiciliari e alla notifica di 7 divieti di accesso e di dimora, ha consentito, tra l’altro, di individuare un’associazione dedita al traffico di stupefacenti gestita dai capi clan casertano facente capo alle famiglie camorristiche dei Gagliardi, Fragnoli e Pagliuca. I pusher, alle loro dipendenze, smerciavano nelle piazze di spaccio del litorale mondragonese, cocaina, crack, hashish e marijuana. Individuati anche i responsabili di un tentato omicidio avvenuto nel febbraio del 2012 ai danni di Antonio Buonocore (anche nei suoi confronti è stato emesso un provvedimento cautelare), colpevole di avere messo in piedi l’attività di spaccio senza l’autorizzazione del clan. Scongiurato anche un altro omicidio, quello del cassiere del clan, Lucio Cinalli, che vede nella veste di mandante il boss Giuseppe De Filippis, determinato da dissidi sulle modalità di gestione degli stipendi da dare gli affiliati. Identificate anche nove persone che nascondevano e fornivano armi al clan – alcune delle quali sono state anche sequestrate (2 revolver, una Mauser e una Beretta) – che poi venivano usate per intimidire le vittime delle estorsioni. Infine, i carabinieri di Mondragone e del comando provinciale di Caserta, coordinati dal colonnello Giancarlo Scafuri, hanno sequestrato a uno dei presunti affiliati al clan, Raffaele Gagliardi, un immobile intestato a un prestanome ma a lui riconducibile. Il blitz è stato diretto dal procuratore della Repubblica di Napoli Giovanni Colangelo, dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e coordinato da Antonio D’Amato (ora procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere) e dai sostituti Alessandro D’Alessio e Maria Laura Lalia Morra. I provvedimenti cautelari sono stati emessi invece dal gip Claudio Marcopido.

 Erano le donne a ricoprire un ruolo fondamentale all’interno del clan svolgendo i compiti assegnati dai mariti detenuti. A loro venivano versate periodicamente le somme di denaro, accumulate dal cassiere dell’organizzazione camorristica, necessarie al mantenimento dei familiari in carcere. È emerso anche questo dall’indagine condotta dai carabinieri della Compagnia di Mondragone e coordinate dalla Procura antimafia di Napoli. Sono 39 le persone finite in manette, cinque agli arresti domiciliari e sette i divieti di accesso di dimora nei comuni di Lazio e Campania. I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti elle province di Caserta, Napoli, Latina, Varese, Pavia e Roma. I reati contestati, a vario titolo, sono associazione di tipo mafioso, concorso esterno i n associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di droga, estorsione, tentato omicidio in concorso, detenzione e porto illegali di armi da fuoco e ricettazione, tutti aggravati dal metodo mafioso. Le investigazioni hanno riguardo il clan Gagliardi, Fragnoli Pagliuca, attivo nel territorio mondragonese, e sono iniziate nel febbraio 2014. È stato così possibile ricostruire le estorsioni attuate dal gruppo camorristico ai danni di imprenditori locali e di ditte edili impegnate nella realizzazione di lavori pubblici. È stata inoltre ricostruita un’associazione, dedita al traffico e alla vendita di cocaina, crack, hashish e marijuana, con a capo i promotori del clan e alle dipendenze numerosi pusher dislocati in varie piazze di spaccio lungo il litorale di Mondragone.

Il gip – si legge in una nota del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli – ha contestato, oltre ai reati associativi, nove episodi estorsivi consumati e sei tentati, alcuni dei quali perpetrati grazie ad atti intimidatori eseguiti anche utilizzando le armi. È stato inoltre possibile ricostruire e individuare i responsabili del tentato omicidio, realizzato nel febbraio 2012, nei confronti di Antonio Buonocore (anche lui destinatario dell’odierna misura cautelare), che aveva avviato un’attività di spaccio senza l’assenso del clan. Sono state così individuate le responsabilità di due indagati in merito al fatto di sangue. La polizia giudiziaria ha, inoltre, scongiurato l’omicidio “del cassiere del clan, Lucio Cinalli, già organizzato e disposto dal capo-clan Giuseppe De Filippis, entrato in contrasto circa la gestione degli stipendi da dividere tra gli affiliati”. Nove indagati, invece, sono ritenuti colpevoli di aver recuperato, trasportato e nascosto alcune armi utilizzate dal clan per la realizzazione di atti intimidatori finalizzati “ad affermare la forza intimidatrice sul territorio mondragonese”. Emblematico il sequestro preventivo, disposto dal gip di Napoli, di un immobile a Mondragone nei confronti di uno dei componenti del clan, che era stato intestato ad una persona apparentemente lontana dalle dinamiche criminali. Sono stati, inoltre, denunciati alcuni imprenditori che con la loro reticenza hanno ostacolato le attività di indagine finalizzate all’accertamento delle attività estorsive del gruppo camorristico. Gli imprenditori, infatti, avevano negato di subire richieste di pizzo.

Ci sono anche due imprenditori vittime di estorsioni che, ascoltati dai carabinieri, hanno negato di avere pagato il pizzo al clan, tra le persone coinvolte nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che oggi ha portato all’arresto, da parte dei carabinieri di Mondragone (Caserta), di 57 persone tra le province di Caserta, Napoli, Latina, Roma, Varese e Pavia. Il pizzo, è emerso dalle indagini, è stato chiesto anche a imprenditori che con le loro aziende erano impegnati nella realizzazione di opere pubbliche. Il denaro delle estorsioni, infine, veniva consegnato e gestito dalle mogli di alcuni affiliati al clan Gagliardi-Fragnoli-Pagliuca che poi lo destinavano anche alle famiglie dei detenuti del clan.

ELENCO DESTINATARI DEL PROVVEDIMENTO CAUTELARE

IN CARCERE:

  1. DE FILIPPIS Giuseppe, nato a Napoli il O1.01.1970 inteso “ZIO PEPPE IL CINESE”;
  2. INVITO Simone, nato a Cassino (FR) il 29.10.1989 inteso “SIMONE LO ZINGARO”;
  3. DELLA VALLE Tommaso, nato a Mondragone (CE) il 25.8.1963, inteso “NINO D’ANGELO”;
  4. PACIFICO Alberto, nato a Gaeta il 15.08.1983 inteso “IL SECCO”;
  5. CINALLI Lucio, nato a Trinitapoli (FG) il 27.09.1958;
  6. DE ROSA Francesco, nato a Napoli il 29.12.1978 inteso “NEO”;
  7. BUONOCORE Antonio, nato a Mondragone (CE) il 15.02.1978 inteso “CHARLOTTE”;
  8. RANUCCI Ciro, nato ad Arzano il 08.04.1968 inteso “CIRO L’INTACCATO O CIRO IL “NCACAGLIO”;
  9. INVITO Emanuele, nato a Cassino il 29.l 0.1989;
  10. NERI Antonio, nato a Formia il27.01.1982 inteso “ANTONIO NERINO”;
  11. FARGNOLI Mario, nato a Mondragone (CE) il 30.10.1963
  12. VALENTE Pietro, nato a Napoli il 18.07.1970;
  13. INVITO Antonio, nato a Mondragone (CE) il 03.07.1951.
  14. GAGLIARDI Raffaele, nato a Formia (LT) il 21.11.1980, inteso “MANGIANASTRI”;
  15. DE CRESCENZO Salvatore, nato a Napoli il 02.06.1977, intesto “SASA’ LO SPAGNOLO” o “SASA’ IL NAPOLETANO”;
  1. CARDILLO Costantino, nato a Genova il 28.06.1984, inteso ”DRAGO”;
  2. MESSINA Mario, nato a Formia (LT) il 22.01.1988, inteso “ASSO MARIO”;
  3. ROMANO Francesco Junior, nato a Mondragone (CE) il 20.02.1985;
  4. CECORO Adriano, nato a Mondragone (CE) il 05.03.1983, intesto “LAMPIRO”;
  5. MERCOLINO Francesco, nato a Napoli il 02.10.1984;
  6. VENTO Carlo, nato a Formia il 08.05.1987, inteso “CARLETTO”;
  7. FORINO Andrea, nato a Mondragone il 09.08.1988, inteso “PAPEROTTO”;
  8. GALLUCCIO Giuseppe, nato a Mondragone (CE) ill3.07.1992, inteso “UCCELLETTO”;
  9. TAGLIAFERRI Pasquale, nato a Napoli il 08.10.1958.
  10. CORSO Assunta, nata ad Arzano (NA) il 14.10.1973.
  11. SABATINO Salvatore, nato a Mondragone il 24.11.1968, inteso ”PELLE E OSSA”;
  12. VENEZIANO Antonio, nato a Formia (LT) il 30.04.1983, inteso “IL MALESE”;
  13. GALLO Antonio, nato a Formia il 07.05.1987.
  14. PAGLIUCA Donato, nato a Formia (LT) il 02.07.1987 inteso “RENATO”;
  15. BUONOCORE Alessandro, nato a Castel Volturno (CE) i125.09.1995.
  16. DE ROSA Carlo, nato a Sant’Agata de’ Goti (BN) il 01.04.1970
  17. BUONEMANI Franco, nato a Minturno il 02.03.1972
  18. GUGLIELMO Francesco, nato a Mondragone il 21.03.
  19. PAGLIUCA Achille, nato a Mondragone (CE) il 06.10.1980, detenuto.
  20. SBORDONE Alessandro, nato a Formia (LT) il 16.07.1990, detenuto.
  21. CERBONE Antonio, nato a Mugnano di Napoli il 07.11.1987.
  22. GALLO Ferdinando, nato a Mondragone il 13.01.1948;
  23. PAGLIUCA Mario, nato a Mondragone il 25.05.1954″
  24. VOLENTE Luca, nato a Formia (LT) il 03.12.1994 inteso “LUCA ACQUAFORTE”;

ARRESTI DOMICILIARI:

  1. GAGLIARDI Annunziata, nata in Germania il 18.12.1978, intesa “Nunzia”;
  2. CAIRO Marianna, nata a Napoli il 10.08.1985, intesa “BAMBOLA”;
  3. DE LUCIA Agostino, nato a Formia (LT) il 22.10.1995;
  4. RAZZINO Maria Alessandra Paola, nata a Formia il 27.11.1990, intesa “SCAROLA”;
  5. MINNITI Cristina, NATA A Cinquefrondi (RC) il 18.06.1985.

DIVIETO DI DIMORA:

  1. RUSSO Cinzia, nata a Formia (LT) il 29.08.1981;
  2. DI MEO Antonetta, nata a Mondragone (CE) il 20.01, intesa “ZIA BERNARDINA”;
  3. CHIARIELLO Federica, nata a Penne (PE) il12.05.1975.
  4. FARGNOLI Rosanna, nata a Teano (CE) il 10.08.1988;
  5. PAGLIUCA Maria, nata a Maddaloni (CE) il 26.06.
  6. PALUMBO Fernanda, nata a Mondragone (CE) il 15.01.1972;
  7. AVERSANO Carolina, nata a Mondragone (CE) il 05.11.1964.

Omicidio Fortuna, Caputo accusa: “E’ stata Marianna ad ucciderla”

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“Non sono stato io a gettare ‘Chicca’ di sotto, è stata la mia compagna”, questo – secondo fonti della trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” – ha detto Raimondo Caputo al suo avvocato, Salvatore Di Mezza, che è lo stesso che difende anche la compagna dell’uomo, accusato dell’omicidio della piccola Fortuna, violentata e poi gettata dal balcone al Parco Verde di Caivano. Dopo questa confidenza – sempre secondo fonti della trasmissione “Chi l’ha visto?” – il legale ha deciso di lasciare l’incarico di difensore di Caputo e di continuare a difendere solo la compagna dell’uomo, Marianna Fabozzi che nei giorni scorsi aveva tentato il suicidio nel carcere di Pozzuoli dove è detenuta.

Blitz contro la banda dei supermercati: i colpi a Pozzuoli, Portici, Torre Annunziata e Castel Volturno

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Carabinieri di Pozzuoli  e Torre del Greco hanno arrestato quattro persone accusate a vario titolo di aver compiuto 13 rapine nel Napoletano, a Pozzuoli, Portici, Torre Annunziata e Castel Volturno, soprattutto in supermercati e discount. I militari hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Napoli al termine di indagini durante le quali gli investigatori hanno ripreso con le telecamere di sorveglianze tre rapine. In particolare, in un video si vede l’arresto in un supermercato di un minorenne componente la banda, con un carabiniere che gli intima di arrendersi, di deporre la pistola e poi lo blocca al termine di un inseguimento nel supermercato.

Due indagati per la morte del 20enne di Pompei morto nell’incidente stradale a Terzigno. Il toccante ricordo su Fb della sua prof

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Ci sono due indagati per la morte del 20enne di Pompei, Stefano Maurino avvenuta in un incidente stradale due giorni fa in via Alessandro Volta a Terzigno. Il ragazzo stava tornando a casa dopo aver studiato a casa di un amico. La Procura di Nola ha iscritto sul registro degli indagati per omicidio colposo il conducente della Rover contro la quale si è schiantato con la moto la giovane vittima e il conducente di un’altra auto che stava facendo una manovra azzardata lungo la strada. Immagini che sono state impresse nelle telecamere di alcuni esercizi commerciali della zona e dell’ufficio postale. Intanto oggi presso il Policlinico di Napoli sarà effettuata l’autopsia sul corpo di Stefano a chiarire le cause della morte del ragazzo che dopo l’impatto era ancora vigile e avrebbe anche cercato di rassicurare i medici del 118 arrivati sul posto a soccorrerlo. Ma le lesioni interne subite nel violento impatto ne hanno causato la morte dopo qualche ora dal ricovero in ospedale a Castellammare di Stabia. Intanto la sua pagina facebook è invasa di messaggi dei compagni di classe, degli amici e degli studenti del liceo Linguistico Panza di Pompei. toccante il ricordo di una delle sue professoresse: ” Chi dimentica di te che guardi stupito e incredulo la natura intorno? Era lo sguardo di un ragazzo con tanta voglia di vivere, con l’argento vivo addosso e solo io e pochi altri sanno la fatica che ci voleva per farti stare fermo tra i banchi nei primi 4 anni anni che ci hanno visto insieme. Rimarremo così Stè, con i tuoi amici, con la tua Anna. con me che ti volevo e che voglio bene. Ti abbraccio Stè. Alla commissione di esame parlerò di te, della tua tesina a cui non avevi ancora messo mano. Mannaggia Stè”.

Terra dei Fuochi: traffico illecito di rifiuti, 18 arresti e 38 indagati tra Giugliano, Quarto e in altre regioni d’Italia

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Dalle prime ore di questa mattina, i militari del Comando Carabinieri per la Tutela dell`Ambiente e della Polizia Metropolitana di Napoli, in collaborazione con i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Napoli stanno dando esecuzione  a 18 misure cautelari emesse dal gip di Napoli, di cui 14 arresti con il beneficio dei domiciliari e 4 obblighi di dimora, nonche’ al sequestro di due cave a Giugliano e vari stabilimenti. Eseguite anche perquisizioni in diverse regioni, tra cui la Sicilia (Catania, Isola delle Femmine) in Puglia (Foggia) e in Lombardia (Bergamo). I rifiuti, provenienti da tutta Italia venivamo tombati nelle due cave di Giugliano. L’inchiesta della Procura Distrettuale della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, Procuratori Aggiunti, Dottori Giuseppe Borrelli e Filippo Beatrice, ha consentito di raccogliere gravi elementi di reità in ordine all`esistenza nel territorio di Giugliano in Campania, di Quarto e di altre aree limitrofe di un consolidato sistema, a cui hanno aderito a vario titolo imprenditori e professionisti, dedito alla commissione di una pluralità di reati di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti attraverso la predisposizione di falsi documenti di trasporto e falsi certificati di analisi, e che hanno permesso lo smaltimento illecito nella cava San Severino e la cava Neos di Giugliano in Campania di oltre 250.000 tonnellate di rifiuti, così da garantire un ingiusto profitto di alcuni milioni di euro derivante dal non sopportare i costi dovuti per lo smaltimento dei rifiuti presso i siti autorizzati. L`attività trae origine dalle verifiche effettuale dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Caserta in seguito ad un esposto anonimo nel quale veniva denunciata un`attività di raccolta, stoccaggio e commercio di inerti da demolizione che venivano conferiti presso la società SAN SEVERINO RICOMPOSIZIONI AMBIENTALI S.R.L. Le indagini svolte congiuntamente dai militari del Comando Carabinieri per la Tutela dell`Ambiente e dal personale della Polizia Metropolitana ha così permesso di stabilire come presso la cava, autorizzata ad effetturare operazioni di ricomposizione ambientale, cioè quell`insieme di azioni aventi lo scopo di realizzare un assetto dei luoghi tendente alla salvaguardia dell’ambiente naturale ed alla conservazione della possibilità di riuso del suolo, in realtà venissero smaltiti i rifiuti provenienti da demolizioni di edifici della città e provincia di Napoli, senza essere sottoposti a processi di separazione, vagliatura e macinazione mediante apposito impianto, peraltro in una zona a rischio idraulico, così come individuata dall’Autorità del Bacino Nord Occidentale della Campania. In tale contesto, appare fondamentale sottolineare come l`area della cava gestita dalla San severino coincida con quella indicata ultimamente dal collaboratore di giustizia Nunzio Perrella nelle sue dichiarazioni e che quindi le attività illecite in essa realizzate erano già state tempestivamente e compiutamente dimostrate dai militari nel corso dell`attività investigativa. Medesimo traffico di rifiuti è stato ricostruito presso una seconda cava, la N.E.O.S., sempre ubicata nel comune di Giugliano in Campania. In questo caso, le attività hanno permesso di dimostrare come gli indagati miscelassero i rifiuti provenienti dalle demolizioni con la pozzolana prodotta nella cava, rivendendone il miscuglio all`industria Moccia di Caserta, produttrice di laterizi e cemento. I controlli hanno infatti stabilito come i mattoni, destinati all`edilizia civile, presentassero una particolare fragilità, circostanza peraltro emersa in maniera palese anche da alcune conversazioni telefoniche. La pluralità di traffici illeciti ha riguardato anche i lavori di ripulitura dell`alveo di via Cirillo del Comune di Quarto in cui gli indagati hanno smaltito illecitamente i rifiuti speciali non pericolosi sia mediante abbancamento sulle stesse sponde del canale e nei terreni circostanti, con successiva copertura con terreno vegetale, che, in seguito alle piogge, è franato, sia mediante riposizionamento ed occultamento dei rifiuti nella medesima vasca di laminazione dell`alveo ovvero nel luogo da cui erano stati rimossi, con conseguente ostruzione del flusso delle acque. Come emerge dai numerosi e dettagliati elementi, la gestione illegale dei rifiuti avveniva mediante la ricezione e miscelazione illecita dei materiali e la loro provenienza da varie imprese senza essere abilitati a riceverli, condotte cui si affiancavano: irregolarità sistematiche nella tenuta dei registri di carico e scarico e nelle attività di trasporto; l’assenza di macchinari necessari; la mancanza di valide e puntuali analisi e accertamenti chimici sui rifiuti; la miscelazione di rifiuti non pericolosi, in assenza di analisi adeguate e con modalità che non consentivano di conservare traccia delle partite di rifiuto gestite e non consentivano a terzi di conoscere l’effettiva composizione delle partite ottenute; l’esistenza di irregolarità nella redazione dei formulari. Le allarmanti modalità, le circostanze adottate e la gravità delle condotte hanno pertanto evidenziato un concreto danno per l`ambiente. Alla luce degli elementi emersi nel corso delle indagini, in cui risultano complessivamente indagate 39 persone, l`Autorità Giudiziaria ha emesso una serie di provvedimenti di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari.

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